La globalizzazione cattiva, quella che stravolge città e distretti industriali irrompe allo Strega. È “Storia della mia gente” (Bompiani) di Edoardo Nesi, pratese, classe 1964, il libro vincitore della sessantacinquesima edizione del Premio: il racconto - un po’ romanzo, un po’ saggio, un po’ autobiografia - di come lo tsunami orientale abbia investito e devastato il distretto del tessile di Prato. Crisi sociale, licenziamenti, ma anche la voglia di resistere contro quello che può apparire come un destino avverso e incontrastabile. «Perché - ha spiegato il vincitore, già imprenditore nell’azienda di famiglia - compito della letteratura è provare a interpretare il reale, in tempi straordinari come questi».
La vittoria di Nesi, grande favorito della vigilia - «Ma questo non significa nulla» aveva detto scaramanticamente prima del voto - è apparsa netta già al passaggio di boa dei primi 200 voti sui 400 espressi dagli “Amici della domenica”.
A contendergli la vittoria, ma solo per i primi 100 voti scrutinati, “L’energia del vuoto” (Guanda) di Bruno Arpaia: un’avventura dal colore noir che vede protagonista la scienza, attraverso il racconto del lavoro dei ricercatori del mega-acceleratore di particelle di Ginevra , che inseguono il primo mattone dell’Universo. Nettamente più distanziati gli altri finalisti: Maria Pia Veladiano con “La vita accanto” (Einaudi ), Mario Desiati con “Ternitti” (Mondadori), Luciana Castellina con “La scoperta del mondo” (N ottetempo).
Edoardo Nesi era già stato finalista nel 2005, con “L’età dell’oro”, anch’esso ambientato nella Prato industriale, ma negli anni dell’espansione e della ricchezza. Ma fu battuto da Maurizio Maggiani.
Prima della proclamazione del vincitore, il Premio speciale in memoria di Franco Alberti è stato assegnato all’unanimità dal comitato direttivo dello Strega al professore e politico napoletano Giuseppe Galasso.http://qn.quotidiano.net/
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