giovedì 5 gennaio 2012

I vari tipi di Timidezza


All’Ospedale Sainte – Anne, a Parigi, psichiatri e psicologi clinici hanno censito cinque grandi classi di timidezza, che si manifestano in relazione alle situazioni più temute. Le due più frequenti sono la timidezza di azione e la timidezza di prestazione:

    Timidezza d’azione: è la paura di disturbare l’altro. I timidi di azione non vorrebbero contraddire gli altri per nessun motivo; non vorrebbero mai trovarsi a dover prendere un’iniziativa che potrebbe metterli a rischio di tradire un disaccordo da parte loro. A proprio agio in pubblico, non si oppongono mai. Rifuggono le discussioni, evitano di porre domande precise durante le conversazioni. La loro paura del conflitto riflette il timore di essere poco stimati.

    Timidezza di prestazione: è l’impressione ossessiva e paralizzante che gli altri siano lì per giudicarci. L’esposizione di fronte ad una classe, la lettura di un testo durante un matrimonio sono situazioni che mettono alla prova. Questa forma di timidezza inizia a manifestarsi sui banchi di scuola, con la paura di fare domande in classe. Timidezza del quotidiano: gli incontri con un vicino, o il semplice fatto di andare al lavoro e di chiacchierare con i colleghi possono essere un supplizio. I timidi del quotidiano temono sguardi, silenzi, situazioni di stasi cui sembra aprirsi un baratro tra loro e l’interlocutore. Il massimo del disagio consiste nel percorrere un tragitto in automobile con una persona che non si conosce molto bene. Senso di paralisi, sudorazione e tensione interna riflettono questa paura di non “saper fare conversazione”.

    Timidezza della rivelazione di sé: in questo caso la paura riguarda il territorio del personale. I timidi della “rivelazione di sé” sono a proprio agio con le conversazioni quotidiane, ma si bloccano quando si sfiora la loro vita personale. Li si conosce da anni, e ci si rende conto tutto d’un tratto di non sapere nulla di loro.

    Timidezza di visibilità: questa timidezza corrisponde all’angoscia di trovarsi a incrociare sguardi. Il timido di visibilità detesta, per esempio, passare davanti ad un caffè all’aperto con le persone sedute ai tavoli.
http://www.wmrconsulting.it/la-timidezza.ct-49.html

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