Giorni di odio, di paura, di ansie forse giustificate, ma mai veramente legittime.
La globalizzazione.
In questa epoca in cui siamo tutti così strettamente in contatto, i sentimenti, le emozioni profonde, si trasmettono in una veloce successione di tasti. Basta un click per collegarsi col mondo, per avere contatti con chi ormai tanto lontano non lo è più.
Notizie, aggiornamenti, tutto scorre sul nostro schermo, in un battito di ali. Ma tutto è assolutamente da codificare, basta poco per sconvolgere le persone, soprattutto quelle che non hanno voglia di pensare, quelle a cui fa piacere sentirsi meno soli tramite la condivisione della paura. Si, anche la condivisione della paura può generare soddisfazione. In questi giorni leggo tanti commenti di persone a cui piace credere a tutto quello che gira sul web.
Il vero eroe di questi tempi è colui che non si lascia travolgere, che continua la sua vita, non lasciandosi isolare dal bombardamento mediatico che ci vorrebbe tutti chiusi in casa. La vera guerra è quella che possiamo fare ogni giorno uscendo, ballando, ridendo…insieme! Le notizie che ci danno non sono mai vere al 100%, non lasciamoci fregare, non lasciamoci travolgere da questi sentimenti negativi con cui vogliono investirci. L’uomo non è peggio di 50 anni fa o di secoli prima. E’ solo più globalizzato. Che non vuol dire per forza qualcosa di negativo, ma vuol dire che ci arriva di tutto, anche ciò che ai fini della nostra evoluzione ci interessa poco sapere. Vorrei ricordare a chi dice che un periodo storico come questo non lo abbiamo mai vissuto, che sono stati versati fiumi di sangue nei secoli scorsi, ma senza tornare indietro di tanto… dove erano quando in Africa si decimavano popolazioni intere? Vogliamo parlare del Ruanda? Oppure vogliamo nominare il più famoso Hitler? Hiroshima? Nagasaki? Ancora più indietro?
La pace su questa terra non c’è mai stata, ma cosa peggiore è che non l’abbiamo mai cercata veramente. Facile parlare, ma nei fatti siamo tutti diversi. Ci sono persone che si prodigano per il prossimo, che vivono nel rispetto di se stessi e degli altri, ma fanno poca notizia. Meglio ricordare l’assassino, la brutalità, meglio infondere paura che speranza. La speranza porta gioia, allegria…la paura è opprimente, è una nuvola scura che ti porti sempre con te. Vivere nella paura vuol dire non vivere. Non dobbiamo pensare alle cose negative che potrebbero accaderci domani, ma a quello di bello che possiamo fare oggi, altrimenti ci perdiamo ogni attimo di vita. I nostri pensieri diventeranno a senso unico, dobbiamo imparare a vivere l’attimo, il presente, il qui e ora! Solo così la nostra mente non si perderà in voli pindarici.
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