lunedì 1 novembre 2010

La Solitudine

C'è un silenzio del cielo prima del temporale,
delle foreste prima che si levi il vento, del mare calmo della sera,
di quelli che si amano, della nostra anima,
poi c'è un silenzio che chiede soltanto di essere ascoltato.

R. Battaglia

Nel nostro tempo il problema della solitudine è un problema che tocca mi­lioni di persone. Per dare una definizione del termine solitudine possiamo parlare di una condizione umana nella quale l’individuo si isola o viene isolato dagli altri es­seri umani generando un rapporto privilegiato con se stesso. In questa so­cietà che sempre più ci propone frenesia, corse, competitività, ricerca di ricchezza, full immer­sion nella gente, è fisiolo­gico ritagliarsi uno spa­zio proprio per stare con se stessi, riflettere e pen­sare.
Io trascorro la mia vita in quella solitudine
per noi tanto penosa nella gioventù,
ma così gradita negli anni della maturità.
Einstein
Ma cosa succede se questo ritaglio di tem­po diventa invece la pro­pria quotidianità? Succe­de che ci si può sentire inadeguati,tristi, isolati, demotivati e depressi. Questa condizione di di­sadattamento è una con­dizione inadatta all’ uo­mo, che, come diceva il filosofo Aristotele, è un “animale sociale”. La soli­tudine che oggi troviamo non è solo quella di non avere amicizie e compa­gnie, ma è quella dell’ an­ziano abbandonato, dei ragazzi che non trovano ascolto in famiglia, nella scuola o nel gruppo di pa­ri, è quella della donna vit­tima dei pregiudizi, è quella del lavoratore che subisce soprusi e viene alienato, dei membri del­la coppia che non comu­nicano; è la solitudine che avvolge nella più am­pia globalità l’esistenza di ognuno.
L'amore consiste in questo: due solitudini che si proteggono,
si toccano e si accolgono.
Rainer Maria Rilke
Ciò che è pos­sibile vedere in questo momento storico è che lo sviluppo economico sem­bra aver creato un tipo d’uomo la cui psicologia ruota attorno alla propria ristretta cerchia familiare e al proprio tornaconto economico e personale. La competitività, che non ammette respiro, non fa­vorisce le occasioni con­viviali di incontro, di dia­logo, di festa scambio. Oggi si vive in sostanza in una società in cui nes­suno è veramente mai ar­rivato e in cui non c’è tem­po da dedicare all’ amici­zia e allo stare veramente insieme. Si è sempre alla ricerca di un qualcosa, si vive nella frenesia più to­tale e controproducente.
La solitudine subita affligge; scelta, appaga.
Morandotti
Oggi vediamo che l’unico modo per la socializza­zione dei ragazzi è lo sta­re davanti ad internet usa­to come strumento per ef­fettuare conoscenza o re­ciproci scambi relaziona­li, strumento che bypas­sa la comune e sana rela­zione vis a vi interceden­do in una relazione più propriamente virtuale. Ta­le meccanismo, come si può ben comprendere, da un lato è vero che col­ma la solitudine ma è al­trettanto vero che dall’al­tro porta lo sviluppo della famigerata dipendenza da internet. Queste catene di difficile rottura si possono trovare ed ave­re anche nella solitudine; tale principio lo esplica una ricerca effettuata dai ricercatori delle Universi­tà di Chicago, California, San Diego e di Harvard che hanno visto come le persone sole tendono a trasmettere i loro senti­menti di tristezza a chi sta loro intorno, il che alla fi­ne le porta ad essere iso­late dalla società. http://www.medicinalive.com/

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