mercoledì 11 febbraio 2009

Avere autostima è avere consapevolezza di se


L' autostima si specchia nella consapevolezza, perché avere autostima sana e duratura significa comprendere costantemente i moti interiori ed esteriori della realtà soggettiva ed oggettiva. Troppo spesso trascuriamo la dimensione cognitiva dell' autostima. Avere autostima non significa meramente amarsi e volersi bene, ma anche, ben più radicalmente, essere in grado di comprendere la realtà nella sua complessità, renderla un bene personale, e comunicarla agli altri come risorsa condivisibile. Il test più significativo per l' autostima è quanto e come una persona sia desiderosa di migliorare tanto sotto il profilo congitivo tanto sul piano affettivo-relazionale.


Questo è un passo imprescindibile. Ve ne è un altro, ancora più negletto:

la concezione della vita come destino. La persona dotata di autostima sa cogliere gli aspetti della realtà e della vita come interrelati, sa scinderli dalla casualità e sa collocarli in un disegno d' insieme che potremmo definire, in prima approssimazione, "scopo della vita". Chiunque abbia autostima conosce la propria origine, sa rispondere alle fondamentali domande della vita: chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Perché vivo?


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Questo passaggio, per alcuni forse troppo "metafisico", è in realtà la sintesi concretissima dell' autostima: io posso amarmi, amare gli altri e conoscere la realtà solo se so di non essere venuto al mondo a caso, altrimenti il mio risentimento nei confronti di uno sconosciuto Creatore salirà inesorabilmente ad ogni minima difficoltà e, con esso, il risentimento acido ed amaro nei confronti dei miei simili. E' matematico.

Chiudo le mie riflessioni ascoltando ed donando ai lettori la parola penetrante di un grande filosofo, Jean Guitton: "Si è spesso parlato del "cogito". La filosofia moderna ha origine col cogito cartesiano. Ma il cogito di Descartes quanto appare artificioso, superficiale o astratto nella sua profondità! Il vero cogito non è il cogito della cogitazione astratta: è il cogito della vita come destino. " Cogito me viventem ", io penso me stesso in quanto vivente, ecco il vero cogito . "Sono stato e sarò, dunque sono". " Ego aeternus ero "... E' con espressioni di questo genere che tradurrei il vero fondamento di ogni filosofia, come di ogni pensiero".

E' con espressioni di questo tipo che tradurrei la vera filosofia e la vera pratica della consapevolezza, cardini, questi, dell' autostima come avvenimento esistenziale gonfio di meraviglia.
di Raffaele Iannuzzi http://www.psicopedagogika.it/

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Keep working ,great job!

Sonia ha detto...

Thanks so much!!

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