Ora una ricerca ha scoperto che non si tratta solo di metafore linguistiche, ma di posizionamenti nello spazio utilizzati dal cervello per la codifica degli stati emotivi.
Sono giunti a queste conclusioni Daniel Casasanto del Max Planck Institut per la psicolinguistica di Nijmegen, nei Paesi Bassi e Katinka Dijkstra della Erasmus University a Rotterdam, dopo aver effettuato uno studio ad hoc. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Cognition, ha verificato che la rievocazione dei ricordi positivi è agevolata dall'esecuzione dei movimenti verso l'alto, mentre quelli verso il basso facilitano il ricordo di episodi negativi. In un primo esperimento i ricercatori hanno chiesto a un gruppo di volontari di muovere delle biglie verso l'alto o verso il basso all'interno di una scatola al ritmo di un metronomo, rievocando alcune situazioni del passato positive o negative in risposta a domande degli esperti come "racconta un episodio in cui ti sei sentito orgoglioso di te stesso" oppure "in cui ti sei vergognato di te stesso". Gli scienziati hanno misurato i tempi di reazione e hanno osservato che per i movimenti verso l'alto era più rapida la rievocazione dei ricordi positivi, mentre durante l'esecuzione dei movimenti verso il basso venivano raccontati episodi negativi.
Gli specialisti hanno poi condotto un secondo esperimento, per verificare se i movimenti potevano influenzare i ricordi richiamati: I soggetti ricevevano una sollecitazione neutra, lasciando a ciascuno la possibilità di rievocare un ricordo positivo o negativo in modo personale. Anche in questo caso si è osservata una correlazione fra il tipo di movimento e la sua connotazione emotiva: verso l'alto per ricordi positivi, mentre quelli negativi "tiravano" … all'ingiù.
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