Halloween, oggi, è una festa spensierata, associata al travestimento, ai film horror e alle bevute nei pub. Ma non sempre è stato così: la moderna notte delle streghe affonda le radici in epoche precedenti all'arrivo del cristianesimo sulle isole britanniche. Immaginiamo di viaggiare nel tempo e approdare sulle colline Wicklow, a pochi chilometri da Dublino, la notte del 31 ottobre del 1300 d.C. Dall'altura, ammirando la pianura e la costa sottostanti, noteremmo subito l'assenza della capitale irlandese. Al suo posto un monastero, un forte e un villaggio.
È l'antica Dubh Linn, in gaelico "acqua nera", e prende il nome da un lago, affluente del fiume Liffey, nel quale attraccavano i vichinghi. Coperto nel 1700, oggi non esiste più. Nel cuore della notte, con grande disappunto dei monaci, le colline si illuminano di fuochi, in molti casi disposti a coppie.
Il popolo festeggia Samhain: il passaggio dall'estate all'inverno, primo giorno del calendario celtico (secondo alcune fonti), spegnendo i focolari domestici e accendendo falò. Da queste pire le nuove fiamme vengono riportate nelle case. Un gesto simbolico: la vita si attinge da una sola fonte, la comunità. Gli armenti, che da lì a poche ore saranno macellati, vengono fatti passare tra i falò. Essendo Samhain un giorno esterno al calendario le tavole sono apparecchiate anche per chi non c'è più, in caso questa "sospensione" temporale riporti i defunti sulla terra.
Tradizioni millenarie (i fuochi venivano accesi dai druidi) che, imbastardite dal cristianesimo, si fusero con la festa di Ognissanti (sposata dal 13 maggio al primo novembre da Papa Gregorio IV, proprio per combattere le feste pagane) e col Giorno dei Morti, tanto che oggi è difficile dire quali aspetti del rituale di Halloween siano ascrivibili a quale religione. Il punto è che, per il popolo, si transitava da una stagione di luce a una di buio e che gli spiriti, questo passaggio, lo sentivano. Come una porta che si socchiuda una volta all'anno.
Ecco allora nascere l'idea dei travestimenti, in particolare di mascherarsi da "mostri", per sviare le attenzioni di demoni, folletti malvagi o defunti scontenti. In Scozia, nel medioevo, toccava ai giovani del paese girare vestiti di bianco, con le facce coperte da un velo o truccate di nero, per intrattenere gli spettri. Il termine Halloween è una contrazione di All Hallows Evening: "la sera di Ognissanti".
Luci venivano accese sui davanzali e sulle soglie, in alcuni casi per guidare le anime dei parenti verso casa, in altri solo per onorarne la memoria. A volte si creavano delle lanterne usando rape svuotate. Non esiste, però, traccia delle zucche intagliate prima della metà del diciannovesimo secolo. Il nome americano, poi: Jack - O'lantern, ha origini ancora più fumose. Molti lo vogliono nato dalla leggenda folkloristica di un vecchio, Jack, che avrebbe bloccato il diavolo su un albero incidendo una croce sul tronco. Satana lo avrebbe condannato a camminare nel buio per l'eternità, alla sola luce della sua lanterna. In altre versioni Jack si gioca l'anima con una scommessa, perde, inganna il diavolo e si fa promettere di non finire mai all'inferno. Ma Dio non lo vuole. Allora resta tra noi sotto forma di fantasma e domanda al diavolo una luce. Satana gli lancia un tizzone dall'inferno e lui lo mette in una rapa, il suo cibo preferito. Da rapa a zucca il passaggio sembra sia stato di comodo: le seconde, più grandi, sono più maneggevoli da svuotare.
La tradizione del "dolcetto o scherzetto" (in inglese "Trick'r Treat"), evento sociale molto importante per i bimbi delle comunità rurali americane, è sempre di origine medioevale: mendicanti e bimbi andavano di porta in porta il giorno di Ognissanti e, in cambio di un obolo, cantavano lodi per i defunti della casa.
Non si sa esattamente quando sia diventato un passatempo per l'infanzia, negli USA non ve n'è traccia prima della grande ondata migratoria seguita alla carestia irlandese del 1847. Il termine "Trick'r Treat" fa la sua prima apparizione nel 1927.
E il presente? È stato trasformato in un business. Zucche di plastica nei supermercati e feste in discoteca.
Adamo Dagradi - http://www.ilgiornaledivicenza.it/

Nessun commento:
Posta un commento